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Il compenso come garanzia per qualità e indipendenza 


Elisa Ghelfi
Dottore Commercialista- Crisi d'impresa

Il compenso come garanzia per qualità e indipendenza: non solo revisione 

COSA SI INTENDE PER INDIPENDENZA DEL REVISORE LEGALE?

Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti di una società deve essere indipendente da questa e non deve essere in alcun modo coinvolto nel suo processo decisionale. Ovvero non devono sussistere relazioni finanziarie, d’affari, di lavoro o di altro genere, tra il Revisore legale e la società che gli conferisce l’incarico. 

L’indipendenza rappresenta il requisito fondamentale per la fiducia del pubblico nell’affidabilità dell’operato del Revisore, idoneo a conferire maggiore credibilità all’informazione finanziaria diffusa dalle società. Inoltre, l’indipendenza rappresenta per il Revisore lo strumento migliore per dimostrare la sua integrità e obiettività durante tutto il suo mandato. 

A QUANTO AMMONTA IL COMPENSO DA PAGARE AL REVISORE LEGALE?

Potendo costituire un rischio per l’indipendenza del Revisore Legale, il corrispettivo non può essere subordinato ad alcuna condizione, né stabilito in funzione dei risultati della revisione, né può tantomeno dipendere da eventuali servizi aggiuntivi prestati dal Revisore legale o altri professionisti appartenenti alla sua rete. 

Il corrispettivo per l’incarico di revisione legale è determinato in modo da garantire la qualità e l’affidabilità dei lavori. A tale fine il Revisore legale determina le risorse professionali e le ore da impiegare nell’incarico avendo riguardo: 

  • Della dimensione, composizione e rischiosità delle più significative grandezze patrimoniali, economiche e finanziarie del bilancio della società che conferisce l’incarico, nonché ai profili di rischio connessi al processo di consolidamento dei dati relativi alle società del gruppo; 
  • Della preparazione tecnica e dell’esperienza che il lavoro di revisione richiede; 
  • Della necessità di assicurare, oltre all’esecuzione materiale delle verifiche, un’adeguata attività di supervisione e di indirizzo. 

Non dimentichiamo inoltre che il Revisore di un’azienda può essere chiamato a rispondere con il proprio patrimonio personale nei confronti dei creditori, in caso di comportamento negligente nel rappresentare la reale situazione della società (art. 15 Dlgs 39/2020). Lo stesso decreto prevede anche casi di responsabilità penale del Revisore in casi di bancarotta dell’azienda sottoposta al suo controllo.

Il compenso per l’incarico della revisione legale è disciplinato dagli articoli 10 e 13 del D.lgs 39/2010, che in breve sintesi stabiliscono che:

“Il controllo della qualità, basato su una verifica adeguata dei documenti selezionati, include una valutazione della conformità ai principi di revisione e ai requisiti di indipendenza applicabili, della quantità e qualità delle risorse impiegate, dei corrispettivi per la revisione, nonché’ del sistema interno di controllo della qualità nella società di revisione legale”.

In pratica ci saranno controllori del Ministero che verificheranno sia la qualità del lavoro svolto dal Revisore, sia l’adeguatezza del compenso ricevuto. Un compenso modesto sarà un indicatore di scarsa qualità del servizio!

In linea di massima l’imprenditore dovrebbe evitare di conferire incarichi con compensi modesti, perché lo renderanno responsabile di aver accettato una “scarsa qualità del lavoro di revisione” imposto dalla legge.

In ogni caso non esiste una tariffa obbligatoria. Il compenso sarà stabilito in accordo tra le parti.

Per aiutare a capire l’ammontare di un equo compenso ordini e associazioni professionali hanno predisposto strumenti per calcolare il compenso utilizzando i valori di bilancio della società, la tipologia di attività svolta e la valutazione di rischio dell’azienda. Sulla base di questi dati vengono considerate le ore del Revisore e del suo assistente e calcolato il compenso “indicativo” da applicare.

LA QUALITA’ DELLA REVISIONE LEGALE

Non si deve confondere l’obiettività e la qualità del lavoro del Revisore con il successo imprenditoriale della realtà sottoposta a controllo. L’obiettivo del Revisore è quello di esprimere con ragionevole certezza un giudizio di congruità delle informazioni contenute nei documenti contabili rispetto alla realtà. 

La buona riuscita dell’attività di revisione non è collegabile con il buon andamento dell’impresa anzi, proprio nei momenti più critici della vita dell’impresa il Revisore è chiamato ad esprimersi con la massima obiettività sulla correttezza dei bilanci e soprattutto sul principio di continuità aziendale in quanto è proprio nei momenti di crisi che si pone particolare attenzione ai documenti di revisione per verificare la qualità dei controlli posti in essere nei momenti antecedenti la crisi, valutando la possibilità di prevedere la crisi stessa. 

BENEFICI

La nomina di un organo di controllo comporterà certamente l’insorgenza di nuovi oneri per l’impresa, ma non va sottovalutato il potenziale valore aggiunto che può essere apportato. 

Proprio durante le sue valutazioni, il Revisore legale verifica l’affidabilità del sistema di controllo di gestione dell’azienda al fine di verificare se i controlli interni siano affidabili e sufficienti ad identificare e rilevare i rischi e i problemi legati ai processi aziendali. È quindi evidente l’interazione tra i processi di revisione e di controllo di gestione, tra i quali è essenziale che avvenga un costante scambio informativo. 

La revisione non consiste in un insieme di processi pieni di burocrazie, numeri o “un costo” imposto dalla legge: rappresenta un’importante opportunità per avere una panoramica completa sulla situazione attuale e un valore aggiunto per le possibili strategie aziendali dei futuri esercizi.

Infatti, il Revisore nel mettere in luce le eventuali criticità, adotta un comportamento proattivo cercando di creare valore aggiunto alla stessa azienda: un confronto e una comunicazione costante con la Direzione e i controller, soprattutto in fase di pianificazione delle attività e dei risultati attesi o delle aree di miglioramento e dei possibili interventi correttivi. Consente, inoltre, di prevenire potenziali problemi e di instaurare un rapporto di fiducia con il management. Solo agendo in questo modo, la revisione potrebbe diventare un’attività di consulenza professionale ad alto valore aggiunto. 

In chiusura, è doveroso sottolineare che, spesso, nelle aziende di minori dimensioni o poco strutturate non esiste un’area dedita al controllo di gestione, ma esistono tuttavia controlli formali e consolidati nel tempo che vengono attuati per verificare l’affidabilità dei dati e dei processi. Il ruolo del Revisore in questo caso è duplice in quanto, da una parte, deve verificare l’affidabilità di tali informazioni e controlli e, dall’altra, deve illustrare all’imprenditore l’importanza di dotarsi di un controllo di gestione più strutturato, con la presenza di personale preparato e dedicato alla predisposizione degli obiettivi e del monitoraggio costante dei dati, a partire dalla redazione del budget aziendale. 

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Elisa Ghelfi

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